venerdì 11 febbraio 2022
Due lupetti sperduti
Un amico per Uccio
Uccio, questo era il suo nome, si sentiva tanto solo sul fondale. Avrebbe voluto un amico col quale sognare insieme.
Purtroppo per lui, ahimè, gli altri cavallucci non condividevano il suo sogno, anzi, a dirla tutta, non avevano grandi sogni. Amavano il loro dolce far niente, se non nulla più, che dondolarsi con la coda di qua e di là, giù per le scogliere.
Dovete sapere, che i cavallucci marini preferiscono passare le loro giornate in solitudine e completa libertà. Perciò, pur di non avere a che fare con gli altri abitanti del mare, si mimetizzano con ciò che li circonda: sabbia, coralli, anemoni… Sono schivi persino gli uni con gli altri!
Si narra di un ippocampo delle mangrovie, che per evitare di essere invitato dai parenti al gran cenone di capodanno, a base di plancton, si sia mimetizzato così bene, che nessuno l’ha mai più trovato. Si vocifera, che abbia scoperto come mimetizzarsi con l’acqua!
Insomma, per il caro Uccio trovare un amico era un impresa ardua!
Impresa che diventava del tutto impossibile se teniamo conto della sua rosea timidezza… e dico rosea perché, appena qualche granchio, o mollusco, o qualunque branchiato, accennava un discorso con il nostro cavalluccio marino, lui diventava rosso dalla vergogna!
Qualche tempo fa, Uccio, era riuscito ad instaurare una conoscenza con un pesce pagliaccio, ma quando Uccio raccontò al pesciolino, il suo sogno, proponendogli di farsi cavalcare, quest’ultimo si mise a ridere a crepapelle!
“ Che cosa sgarbata è ridere dei sogni altrui! “ pensò l’ippocampo.
Da allora Uccio, segue l’esempio degli altri cavallucci, e se ne resta solo soletto, attaccato alla scogliera, a sognare.
Una mattina d’estate, Uccio se ne stava come suo solito, ancorato alla sua scogliera, dondolando di qua e di là, quando a un tratto, mentre osservava i brillantini creati dal sole sul mare, proprio lì su, vide qualcosa scivolare tra quelli, e giocarci insieme a nascondino.
Il piccolo ippocampo, incuriosito, decise di abbandonare il fondale e salire in superficie.
Uccio fece capolino da un’ ondina e scorse uno strano oggetto a forma di improbabile polipo, che un piccolo cucciolo umano chiamava a sé, con lacrimoni.
Vicino agli scogli bianchi, vi era un bambino piccolo, piccolo, che dondolandosi avanti e indietro nel suo ovetto, con una spinta delle manine aveva fatto rotolare il suo giocattolo in acqua.
Il bimbo attese pazientemente che la mamma recuperasse il malcapitato, ma pazienta, pazienta, nessuno accorse, quindi si mise a magugnare sperando che, il suo giocattolino lo sentisse e tornasse da lui.
“ Uhhh… Uhhh…” chiamava il bambino, ma nulla. Il polipo se ne rimaneva beato e sordo, a galleggiare.
Goccioloni d’acqua stavano sgorgando bagnando le paffute gote, quando il bambino, vicino al polipo, vide spuntare un altro giocattolo, a forma di cavallino.
Non sto a dirvi lo stupore del bambino, quando vide il cavalluccio, a differenza del polipo …, andargli incontro. Le lacrime scomparvero, e sul volto ancora umido del piccolo, comparve un enorme sorriso.
Uccio contento della gioia di quel bambino, iniziò a danzare e a galoppare all’indietro verso lo spettatore che con entusiasmo incitava il cavalluccio con fragorose risate e striduli urletti.
L’ippocampo diventava sempre più rosso, ma al bambino questo piaceva e meravigliava.
Il bebè cercava in tutti i modi di avvicinarsi al cavalluccio, dimenandosi nel passeggino.
L’entusiasmo era incontenibile!
A tal punto che, la mamma del piccolo umano, decise che fosse giunta l’ora di tornare a casa, e iniziò a raccogliere le sue cose.
Il bambino ancora non aveva capito quello che stava per succedere, ma Uccio si.
Non voleva separarsi da quei teneri occhioni che lo guardavano con tanta ammirazione. Perciò, nel suo cuore, in silenzio, espresse il desiderio di poter restare per sempre a giocare con il bambino.
Poseidone, il protettore dei cavallucci, esaudì il suo desiderio. Tre battiti di cuore dopo, il cavalluccio saltò nelle mani del piccolo e divenne un pupazzo a righe bianche e blu, come le onde del mare dalle quali aveva fatto cucù.
Il bambino strinse a se il suo nuovo compagno di giochi, mentre la carrozzina si allontanava dalla scogliera.
Uccio finalmente aveva trovato un amico. E chissà forse un giorno, sarebbe stato anche cavalcato.
* Fiaba vincitrice del concorso Fiabe&Favole 2022 Historica Edizioni.
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Sei quasi tutto me
Birilibì
PARTE PRIMA - La carrozza magica
C’era una volta in una città senza sogni e tutta realtà, una principessa, che ancora non sapeva di essere una principessa. In cuor suo sentiva che come per magia un dì, forse, qualcosa di speciale e fatato le sarebbe capitato...
Per questo ella sognante e coraggiosa immaginava dalla sua finestrella un mondo incantato. Fatto di: rose, fiori,salici e fontane; conigli bianchi e caprioli, e un piccolo stagno, che poi tanto piccolo non era dato che ci sguazzavano ben tre maestosi cigni bianchi. Nello stagno magico ogni desiderio si trasformava in realtà. Esso adornato da ninfee, aveva un fondale di rocce. Mantre le carpe nuotavano quiete e maestose, al di sotto il fondale illuminato brillava come le monetine dei desideri fanno nell'acqua dei pozzi alla fine degli arcobaleni.
In quel giardino fatto solo per chi ha occhi che sanno sognare senza doversi socchiudere, vi era un lungo nastro azzurro, che da un melo a un ciliegio ergeva come fossero neonati, bianche lenzuola di cotone, pizzo e macramè con le quali il vento contro i raggi del primo meriggio, si divertiva a giocare a nascondino... 🌬e al posto del cemento grigio? Vi era un pavé argentato ove piccoli non ti scordar di me facevano “ ce c’è “ ai lati delle massicce pietre.
E quel dì che la principessa sognava, sta a voi se crederci o no, un giorno arrivò.
A dire il vero: non fu un dì ma una notte. Una notte ove la luna si specchiava innamorata nello stagno.
Per davvero, per quanto la luna si specchiava nell’acqua limpida, se la principessa non si fosse affacciata si correva il rischio che la essa si tramutasse in narciso.
A attendere la principessa sotto casa, ella non vi era un principe, nemmeno la sua fata madrina, ma una carrozza tutta d’oro che l’avrebbe resa una vera principessa e l’avrebbe condotta nel roseo mondo delle fiabe.
Nel magico mondo delle Disney Princess 3D.
La storia continua...
Nel frattempo per continuare a sognare, se anche voi siete dei principi o principesse, cercate le Disney Princess 3D su Instagram.
#Disneyprincess3D @Disneyprincess3D